La gastronomia tradizionale offre ancora specialità un tempo considerate “piatti poveri” e oggi molto ricercate, come crescentine (oggi più conosciute come “tigelle”), crescentine fritte, zampanelle, ciacci di farina di castagne e di farina di grano tenero.
L' origine invece della patata si perde nella notte dei tempi. In Europa fu introdotta nella seconda metà del ’500 dai conquistadores spagnoli, mentre in Italia si diffuse all’inizio del ’600, dapprima in Toscana e Veneto, successivamente in Emilia-Romagna e nel Meridione. Il territorio di Montagna rappresenta una delle zone più vocate per la sua coltivazione. Oltre alle ottimali caratteristiche pedoclimatiche del territorio, l’eccellenza di questo prodotto è da attribuire all’abilità dei produttori che, attraverso l’innovazione e la diversificazione delle coltivazioni, hanno saputo soddisfare un’ampia sfera di consumatori. I tipici “solchi” arricchiscono la bellezza del paesaggio agrario che nel mese di giugno raggiunge il suo massimo splendore, quando la terra montesina si colora di macchie bianche e rosate con la fioritura delle patate. Oltre a costituire l’ingrediente principale di diversi piatti tipici dell’Appennino, come i tortelli e la torta di patate, il tubero viene utilizzato per preparare innumerevoli altre gustose ricette (zuppe, gnocchi, timballi, crocchette e budini).
Fra i dolci non si possono non citare gli zuccherini montanari, fatti di pasta frolla glassata, offerti, secondo tradizione, ai pranzi di matrimonio e meritano un cenno anche ciambelle, torte di tagliatelline e colombe.